La cellula procariote e le proprie caratteristiche

La cellula procariote e le proprie caratteristiche. Abbiamo essenzialmente due tipi cellulari di tipo procariotico che, secondo la proposta di tipo tassonomico fatta da Woese nell’anno 1990, vanno a costituire due dei 3 domini degli esseri viventi: gli Eubacteria (quasi sempre, indicati come, Bacteria) e gli Archaea. I due domini di organismi procarioti non presentano delle differenze strutturali.

Le strutture fondamentali, che caratterizzano queste cellule procariote sono tre:

Tra queste componenti abbiamo:

  1. Genoma batterico
  2. Flagelli e Pili
  3. Parete cellulare e capsula

Materiale genetico batterico

Tra le componenti strutturali, fondamentali, delle cellule procariotiche, e che le differenziano immensamente dalle cellule eucariotiche, è la presenza del così detto nucleoide; una componente priva di membrana in cui è accolto il materiale genetico (quindi il materiale genetico dei procarioti, è in poche parole libero, e non rivestito da una componente membranosa.) Il materiale genetico dei procarioti tende ad organizzarsi in una struttura di forma circolare e abitualmente singola.La cellula procariote e le proprie caratteristiche

Strutture flagellari e pilari

Queste strutture, vengono indicate come pili oppure flagelli (delle strutture di natura proteica esposte dalla superficie cellulare).

Parete cellulare e capsula batterica

Il secondo elemento della struttura cellulare che bisogna ricordare è formato dal rivestimento che ricopre la celulla procariote, che oltre alla membrana plasmatica è caratterizzata da una una struttura che viene indicata con il nome di parete cellulare ed in alcuni casi anche la presenza di una capsula. Questi componenti, sono estremamente importanti in quanto contribuiscono a proteggere la cellula procariote.

La parete dei procarioti è costituita dal così detto peptidoglicano.

Il peptido-glicano si presenta molto più spesso nei Gram di tipo positivo rispetto a quelli negativi, che però presentano un’altra componente che si somma al peptidoglicano che che viene indicata con il termine di LPS. Una componete fondamentale nella patogenesi della sepsi e dello shock settico.

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Pubblicato da TD MEDICINA

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